Fragile, il nuovo album di MR. RAIN, raccontato dallo stesso cantautore
Uscito da qualche giorno, Fragile è il terzo album di Mr. Rain, scritto e prodotto dallo stesso cantautore. 10 le tracce che compongono l’album e una collaborazione con Annalisa in Neve su Marte dopo il successo di Un domani (certificato Platino) che li aveva già visti insieme. Chi meglio di Mr.Rain può raccontarci le singole canzoni?
“Ho avuto un’improvvisa voglia di raccontarmi. Fragile è il mio terzo album ufficiale, nato in poco tempo dalla fame di musica, scritto e prodotto da me. C’era un lato di me che ho sempre tenuto al riparo, e in queste canzoni gli ho dato voce. Come se fossero dieci episodi di un’unica storia. Come se dipingessi diverse sfaccettature delle mie fragilità. Otto di loro sono state composte in due giorni, e ognuna racconta un capitolo, un punto di partenza verso il mio nuovo me. Musicalmente questo viaggio simbolico mi è servito per uscire dalla mia comfort zone. Un’apertura verso incognite che non vedo l’ora di conoscere. Quando compongo sono Fragile, mi metto a nudo, è un dono che faccio a me stesso e a chi si riconosce nella mia musica. Per questo ho scelto questo aggettivo. Fragile. Perché sono io”.
01 – Crisalidi: È la prima canzone che ho scritto e rispecchia di più il mio io precedente, è un ponte tra Petrichor e Fragile. Per la parte musicale ho voluto un’orchestra intera, 24 strumentisti con una produzione dal vivo e in piccola parte da remoto: batterie, bassi, archi e pianoforte. “Saremo liberi come una nuvola che ha imparato a convivere con le vertigini”. Torna l’idea di sentirsi intrappolati in una gabbia, come accadeva in Fiori di Chernobyl. È come una dedica che scrivo a me stesso per consolarmi, la canzone più difficile da scrivere.
02 – Qui: È il racconto di una relazione tossica. “E mi fa male farti male, ma sto male anch’io, e ogni nostro ti amo suona come un addio”. Poi nel ritornello dico il contrario, “comunque vada io sono qui”. È una contraddizione, due lati di me che faticano a lasciare andare qualcosa, quella stessa cosa che mi uccide. Musicalmente è nata al pianoforte, un giro di piano arrivato mentre stavo scrivendo il testo. Ho scritto prima il ritornello e dopo le strofe.
03 – Fragile: Racconto un episodio in cui mi sono sentito fragile, lo ripeto come se volessi accettarlo. Ma la verità è che ogni volta che scrivo io sono fragile e per questo ho scelto questa canzone come titolo dell’album. È una canzone “cinematic”. Da produttore musicale amo le colonne sonore e qui uso un quartetto d’archi, pianoforte e percussioni.
04 – Neve su Marte: È la seconda canzone dell’album che ho scritto. Era da tempo che volevo fare un nuovo pezzo con Annalisa dopo Un domani. “Tu sei l’unica cosa che voglio al mio fianco anche quando non voglio nessuno, perché siamo di un altro pianeta, due cerchi nel grano e segnali di fumo”. È stato stimolante portare avanti quel legame nato con la prima canzone. Abbiamo lavorato nei nostri rispettivi studi e poi ci siamo incontrati. Ed è nata in modo naturale. In questo testo siamo noi, nella nostra sincerità.
05 – E invece no: Musicalmente è nata come un ponte tra Neve su Marte e Sincero, volevo sperimentare con la voce e la batteria. “Potevamo usarci ancora, senza dire una parola. E invece no, e invece no”. Mi ha entusiasmato fare questo esperimento musicale, una cosa nuova, è una canzone breve che rimane dentro come un mantra.
06 – Sincero: All’inizio non volevo includerla nell’album e invece, per caso, ho iniziato a cantarla tra me e me e in modo spontaneo ne è diventata parte, come se fosse il mio subconscio a parlare. “Credimi sarò sincero, giuro che avrò cura di te”. È un testo semplice ma trasmette molto. Una canzone d’amore sincera e diretta. Ho scritto le strofe al pianoforte, poi si sono aggiunte batteria e chitarra.
07 – Atlantide: È una dichiarazione d’amore, una dedica a una persona. Racconta quel mondo un po’ scuro, il legame col vecchio me, insieme a Crisalide. “Ti cerco tra milioni di persone anche se mai nessuno sarà come te, e ogni volta che non trovo le parole sento un mondo andare a fondo se non sei con me. Come Atlantide. Per rinascere con te”. Lo strumentale è il mio classico, in questo caso è come se fosse il sequel di Ipernova.
08 – 3.10 A.M.: Inizia e finisce con una telefonata a notte inoltrata. “Sono solo al buio e non so cosa fai, dove vai stasera?”. La fine di una storia e i pensieri che vengono di notte fanno riemergere i ricordi, le sensazioni, le paure, i dubbi. Ho dato priorità alla voce, dietro c’è stato un lavoro vocale enorme, non ero mai soddisfatto. E poi il giro di chitarre è interessante.
09 – Nero: È una ballad classica che continuavo a cantare in testa, scritta e riscritta. Dà una sfumatura di me diversa al disco. Una relazione impossibile, la notte, i rimpianti, la realizzazione di una fine. Fuori è nero. Tu già guardavi avanti ed io guardavo solo indietro. Ma forse è vero, tutto cambia, siamo solo sabbia diventata vetro.
10 – Aria: “Non parli mai ma lo sai che lo so, io conosco già tutto di te. Anche se andrai ci sarai ovunque andrò, nei ricordi che porto con me”. È una dedica. Qui ci sono solo voce, basso e chitarra. È una melodia diversa dalle altre, esce dalla mia comfort zone. E per questo l’ho voluta per ultima, come fosse uno sguardo al futuro.
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