Un angelo per sempre è il libro che aspettavamo da anni per ricordarci di non smettere MAI di sognare!

 

Non so voi, ma io avrei bisogno di un angelo. Subito. Qualcuno che mi facesse sentire protetta, pensata, amata e che, se accadesse qualcosa di brutto, mi tenesse al caldo tra le sue ali. Ed è così che è arrivato in redazione il libro Un angelo per sempre, esaudendo la mia preghiera ma anche quella di tantissime ragazze che hanno amato e sognato negli anni sulle pagine della Serie dell’Angelo, tre fortunatissimi romanzi scritti dall’autrice Federica Bosco (Innamorata di un angelo, Il mio angelo segreto, Un amore di angelo, Newton Compton Editori), il cui ultimo capitolo aveva visto la luce ben 7 anni fa. Così, dopo aver divorato le pagine di Un angelo per sempre in una serata, ho rivolto all’autrice tutte quelle domande che avevano affollato il mio cuore e la mia mente senza trovare risposta. Siete curiose di sapere cosa mi ha detto? Leggete qui sotto! 

UN ANGELO PER SEMPRE – LA TRAMA

Mia ha ventiquattro anni, balla con l’American Ballet Theatre di New York e vive con Adam. Ma il loro iniziale idillio pare essersi trasformato in ben altro: si vedono poco, quando sono insieme spesso litigano, le reciproche carriere li hanno messi di fronte a molte difficoltà. Adam non è riuscito a sfondare davvero, mentre Mia, che ha lavorato duramente, è prossima a un traguardo. Ecco però che quando l’obiettivo sembra a portata di mano, un imprevisto ferma i suoi piani e la getta nello sconforto più nero. Ma a volte la vita offre inattese opportunità e apre porte che non si credeva esistessero: quella che sembrava una battuta d’arresto può trasformarsi in un’occasione per pensare, per allentare la tensione che la stritola, per riflettere sulla strada che ha scelto di percorrere e magari per riscrivere il futuro. Tanto più se il destino ha deciso di riservarle un incontro molto speciale. Con qualcuno che le ricorda in tutto e per tutto una persona che appartiene a un passato lontano, molto lontano

 

UN ANGELO PER SEMPRE –

INTERVISTA A FEDERICA BOSCO

 

Com’è nata l’idea di un personaggio come Patrick,  un angelo che assiste e che protegge con amore?

Mi piaceva l’idea di creare un personaggio “sano”, in tempi di casi umani e campioni di “ghosting”. Volevo qualcuno che crede nell’amore, che non ha paura di mostrare i suoi sentimenti e di impegnarsi, anche se molto giovane, nel suo caso 19 anni.

Patrick innanzitutto è un ragazzo in gamba, di sani principi, che ha questo bisogno assoluto di aiutare gli altri, e che si sacrifica senza pensare a sè. Quando muore, la forza del suo amore è così forte da cercare di entrare in contatto con Mia a tutti i costi, (o forse è tutto nella testa di Mia, questo non posso saperlo!).

Com’è cambiata Mia in questi anni?

Mia è una donna forte, il cuoi cuore è stato messo alla prova già da giovanissima e ha superato dolori inenarrabili. Adesso ha 24 anni, vive a New York da sette con Adam e balla con l’American Ballet Theatre. La carriera l’ha aiutata a superare la morte di Patrick, tuffandosi anima e corpo in quest’avventura intensa e faticosa, ma piena di soddisfazioni personali. Ma non è tutto oro quello che luccica, e comincia a nutrire dubbi sul suo futuro e la solidità del suo rapporto. Una di noi insomma!

Perché tra Mia e Adam non funziona più?

Mia e Adam sono due giovani talenti, ma le loro vite sono anche diametralmente opposte: lei come ballerina ha orari massacranti fra prove e allenamenti, lui è un autore del Saturday Night Live, uno degli show più prestigiosi d’America e ha giornate folli, spesso non torna a dormire e la pressione della competizione sta mettendo a dura prova la loro storia. L’amore c’è ancora ma sono molto giovani e si trovano a un bivio.

Una passione, come quella della danza, è bellissima ma può diventare anche una schiavitù se per noi è tutto e pretendiamo sempre il massimo da noi stesse: come non cadere in questa trappola?

Credo che qualunque grande passione diventi prima o poi una ragione di vita, almeno nel campo artistico, e che finiamo per identificarci con essa perdendoci un po’. Nel caso della danza in particolare, è una carriera che pretende una disciplina assoluta, un autocontrollo maniacale, c’è moltissima competizione e non è qualcosa che si possa fare a metà specialmente a certi livelli, perché milioni di altri ballerini sono pronti a prendere il tuo posto. Quando si è giovani c’è un unico desiderio lecito e sacrosanto di primeggiare ed essere i migliori, quel fuoco sacro che ti fa lottare e andare avanti sacrificando tutto il resto. Poi con l’età quando si raggiunge una certa stabilità e si acquisisce saggezza, si capisce che è il momento di rallentare e si comincia a godere del proprio talento.

Come mai, dopo anni, hai sentito l’esigenza di riprendere la serie dell’Angelo? 

Quando ho scritto l’ultimo capitolo della trilogia sette anni fa ero convinta che fosse finita così. Mi sembrava bello che Mia fosse riuscita a riprendere la sua vita grazie all’amore di Patrick, della sua famiglia, gli amici e la danza. E il messaggio era quello di non mollare mai anche quando l’unico desiderio è quello di arrendersi. I lettori mi scrivevano in continuazione pregandomi di un seguito, ma a tutti loro rispondevo che proseguire sarebbe stato poco soddisfacente per tutti, che un ritorno di Patrick dal nulla sarebbe stato ridicolo e che comunque tre era il numero perfetto. Ma improvvisamente, come spesso mi succede, arriva un’ ispirazione, una sensazione, il sussurro di un angelo  come mi piace pensar. E quella è la parte magica del mio lavoro, quella che vive di sensazioni a pelle. E ho sentito che Mia aveva bisogno di me, che era in difficoltà e che dovevo fare qualcosa per aiutarla. Ecco che un seguito non mi è sembrato più così assurdo, ma al contrario qualcosa di dovuto. Ed è stato straordinario ritrovare non solo lei, ma anche tutti gli altri personaggi come Nina, Carl, Alex, Elena e Paul.

Parlaci di Nathan: cosa porta nella vita di Mia?

Nathan è un fulmine a ciel sereno, ed entra nella vita di Mia letteralmente come un treno in corsaIn un momento in cui ha davvero bisogno… di un angelo! Di più non posso dire!