Ciao ragazze!
Tra le tante star che abbiamo intervistato, a volte ci sorprende come siano delle ragazze comuni, che fanno capolino tra le tante email che riceviamo, raccontandoci la loro storia straordinaria, a colpirci di più!
È il caso di Anna Adamo, ragazza disabile e autrice del libro La disabilità non è un limite (Europa Edizioni), con cui abbiamo fatto una chiacchierata qualche giorno fa e che ci ha conquistate con la sua energia e voglia di vivere, con le sue risposte schiette e con la sua risata.
Curiose di conoscere la sua storia?
Leggete qui sotto la nostra intervista!
IL TITOLO DEL TUO LIBRO È D’IMPATTO E FORTE: COS’È DAVVERO LA DISABILITà PER TE?
Penso che il titolo arrivi subito al dunque. Per me la disabilità è un qualcosa che gli altri non hanno e non la si può capire se non la si ha. Indubbiamente toglie delle cose ma ci rende portatori di altro: del non fermarsi all’apparenza e vedere all’interno di una persona. Ecco, per me è una ricchezza: un qualcosa dal quale si può solo apprendere.
LA TUA STORIA è DAVVERO SPECIALE MA HA UNA RIFLESSIONE AMARA SUL FINALE, CE LA SPIEGHI?
Sebbene il mio libro diffonda un messaggio positivo, è inutile pensare che nella vita fili tutto liscio come l’olio e l’impatto con la realtà a volte è troppo duro e una scorza serve. Bisogna stare attenti a non far si che gli altri ci facciano del male, perché dipende dal tipo di persona che ci si trova di fronte: ci sono persone che fanno pesare la disabilità. Bisogna riadattarsi in ogni situazione, far sì che una piccola delusione non faccia cadere i presupposti costruiti in precedenza per trascorrere un’esistenza serena.
GLI ANNI DELLA SCUOLA SONO SEMPRE DIFFICILI DA VIVERE MA SONO ANCHE UNA GRANDE SFIDA: CHE CONSIGLIO DARESTI AD UNA RAGAZZA DISABILE CHE SI TROVA A VIVERE QUESTI ANNI?
Per me sono stati una sorta di croce e delizia. Croce perché non ci sono state molte esperienze positive. Il primo impatto è stato con persone che non hanno accettato fino in fondo questa diversità. La parte positiva è arrivata quando mi sono resa conto che valeva la pena dare importanza non alle persone ma all’obiettivo. E l’obiettivo della scuola è imparare, dimostrare quanto realmente si valga. Solo noi sappiamo quanto valiamo, nessuno può dirlo e nessuno può mettere in dubbio il nostro percorso perché le persone conoscono di noi solo il nome e non la storia o le emozioni.
LE DELUSIONI PERò POSSONO ARRIVARE ANCHE DA CHI CI CONOSCE BENE…
Anche le persone che mi conoscono di + mi hanno deluso: con il tempo le persone si rivelano per quello che sono davvero. Ma succede anche il contrario! Le persone che meno sospettavamo, sono capaci di slanci e amicizia sincera. E quando accade è una bellissima scoperta!
QUANDO TI È VENUTA E PERCHÈ L’IDEA DI SCRIVERE UN LIBRO?
La disabilità è un concetto in cui si parla troppo poco e quando lo si fa, lo si fa male, con informazioni che non raccontano realmente la vita di una persona disabile. Mi sono chiesta: qual è il modo migliore per raccontare la disabilità se non dar vita ad una testimonianza diretta? Così ho iniziato a scrivere con l’idea di lasciar passare il tempo dopo gli esami, pian piano la cosa mi è piaciuta e sono andata avanti.
CHE PROGETTI HAI PER IL FUTURO?
Dal punto di vista della scrittura non lo so. Scrivere è una passione che voglio continuare a coltivare, è un’attività che mi soddisfa in pieno. Sono iscritta alla facoltà di giurisprudenza ma tutto è possibile! In generale, spero di arrivare laddove nessuno si sarebbe aspettato che arrivassi.
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